VOGUE ITALIA INTERVIEW

By Valentina Bonelli

May 2007, Vogue Italia

Isabel Ettenauer, musicista sui generis, si è votata ai toy pianos. Transformando ogni suo concerto in uno show teatrale.

Isabel Ettenauer è una ragazza delicata e originale come il piccolo strumento cui ha scelto di votarsi: il pianoforte giocattolo. "Ho avuto il mio primo toy piano a quattro anni, come regalo di Natale!, ricorda la trentacinquenne musicista austriaca. "Era italiano: un Bontempi arancione con venti tasti. Me ne appassionai subito, ma lo dimenticai presto per dedicarmi al pianoforte. Nel '99, nel programma di un mio recital, volli inserire la "Suite for toy piano" di John Cage, del 1948. Cercavo un piano gioccattolo adatto e mi ricordai del mio Bontempi: per fortuna i miei genitori l'avevano conservato". Da allora Isabel si dedica esclusivamente ai suoi toy pianos, ha inciso il cd "The joy of toy" (Eirelav) e si è messa in luce come una delle più interessanti protagoniste della musica contemporanea. "Chiesi a compositori amici di scrivere nuovi pezzi per me, e oggi il mio repertorio si è arricchito di una trentina di composizieoni: per uno o per per più toy pianos, con sezioni vocali o parti registrate, con intervento del pianoforte, di percussioni o di strumenti elettronici. Così i concerti hanno sempre un aspetto teatrale: anche entrare in scena e sedersi su un minuscolo sgabello è già di per sé una piccola performance. Suonare fino a nove toy pianos e altri strumenti richiede infatti una sorta di coreografia per rendere interessanti ahnce i passaggi". Nel frattempo Isabel ha messo insieme una collezione di diciassette pianoforti in miniatura, in legno o in plastica, dai dieci ai trentasette tasti, che si diverte a portare con sé in tournée, in hotel, nelle concert halls come nelle più alternative venues. "All'inizio faticavo a trovarli, specie in Europa: oggi non sono più popolari come all'izio del '90. Li cercavo nei mercatini dell'usato, presso le poche ditte che ancora li producono, nelle aste su Internet. Dapprima feci arrvare dagli Stati Uniti alcuni Schoenhut, dal nome dell'inventore che fabbricò il primo piano giocattolo nel 1872. Ora ho anche minuscoli esemplari cinesi e giappo nesi, i più piccoli, in legno con i tasti neri dipinti, che producono un suono molto caldo. Ma uno dei miei preferiti è il "bulgaro", fabbricato nell'ex Ddr negli anni '60. Hanno caratteristiche tecniche differenti e non sono tutti adatti allo stesso brano musicale". Non manca un côté di humour nelle sue performances, che a lei stessa piace riconoscere: "Nel mio repertorio ci sono brani seri, ma anche pezzi diverteni, come "Schroeder's revenge", che racconta del piccolo pianista dei "Peanuts", il quale, stanco di eseguire la "Sonata al chiaro di luna", si lancia in una sfrenata attività ritmica". E mentre si dedica anche a progetti educativi per bambini, irresistibilmente attratti dai pianoforte giocattolo, Isabel non ha dubbi sul futuro dei suoi strumenti. "Inizialmente il pubblico è attirato ai miei concerti dalla curiosità , ma alla fine arriva a considerare questa musica un'autentica forma d'arte. Penso che il toy piano abbia un ruolo sempre più importante nella musica contemporanea, con un repertorio crescente, un numero via più ampio di compositori e spettatori. È un successo che non può essere fermato. E chissà, magari un giorno le accademie musicali e i conservatori avranno corsi di toy piano e professori specializzati..."

(La musicista austriaca è a Milano il 16 maggio a Uovo performing arts festival.)

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